Pensando che ero comunque ancora in questa zona, mentre bevevo il mio caffè e fumavo la mia sigaretta/ sigarette mattutina/ e, con il mio neurone ancora non del tutto sveglio dal coma, ho messo in gioco anche il mio amico, Chat GPT. Gli ho rapidamente lavorato all'uncinetto un testo con un grasso e uno sciocco, niente di raccapricciante. Ok, il dialogo è pessimo, ma è qui solo a scopo illustrativo. Quindi: prendi un pezzo d’idiota random, rilevabile nel mondo reale il più spesso possibile, e un pezzo di ciccione/ persona in sovrappeso. Mettili nello stesso barattolo e agita il contenuto. È ovvio che il „tizio cattivo” è quello che è più deficiente e non quello più grassotello. Ecco cosa succede:
„Coglione, ma che diavolo ci fai qui?”, chiese il ragazzo a Vasile in tono aggressivo.
„Sono venuto a prendere un caffè” rispose Vasile, cercando di mantenere un tono calmo.
„Sei venuto a prendere un caffè, ma veramente...”, storse il naso. „Tu, prosciutto ambulante che sei, di la verità, sei venuto a ingozzarti come un maiale, per questo sei venuto, ti dico io...”.
„Questo è un luogo pubblico”, piagnucolò Vasile, cercando di non cedere alla pressione. „Posso venire qui tutte le volte che voglio.”
„Dai, ma che cazzo dici... dai, ciccione, vedi se mi trovi fuori di qui, vai a cercami... Dai, fuori di qui, cretino!”
E guardò Vasile con uno sguardo arrabbiato, da cinghiale. „Sei spiritoso tu, vero? Ma non fare brutti scherzi qui, che ti faccio salame”.
Vasile guardava in terra e i suoi prosciutti si muovevano dolcemente, come colpite da un leggero terremoto. Anche il suo grosso gozzo tremava, all'inizio di un accesso di pianto.
Ma non fece in tempo ad accorgersi di quello che stava succedendo, nemmeno quando quello gli aveva sparato un calcio nel culo tondo come una luna piena, proiettandolo direttamente sui sedili davanti a lui.
Vabbè. Ora diciamo che la scena si svolge nel 1992, in un bar di un quartiere di Bucarest. Per condirlo un po' di più, Vasile e Ghiță (diciamo... no, non Ghiță, che si può interpretare... Ghiță è, in caso che non lo sapete, il nome prediletto per i maiali), Vasile e Marian sono duestudenti al liceo. Uno è grasso, l'altro è l'idiota della classe. Suona un campanello? Normale. È una scena comune, niente di straordinario, si adatta bene all'epoca bla bla. Bla.
Così pensate voi, che va bene? Ebbene no, il cittadino Marian, nonostante sia un personaggio (e non una persona reale) ha bisogno di essere rieducato. La soluzione è data da Chat GPT, perché mi occupo io a dargli il compito e gli faccio forzare il testo. Penso che stia vomitando un po', fa spallucce con disapprovazione. E commette il seguente testo, riscritto secondo le regole d'oro del „politicamente corretto”:
„Ciao, come stai?”, chiese il giovane, cercando di far sentire a Vasile una voce amichevole.
„Sono venuto a prendere un caffè”, rispose Vasile sorridendo educatamente.
„Ne ho appena preso uno anch'io”, disse il giovane, ricambiando il sorriso. „Hai altre preferenze oltre al classico caffè?”
Vasile scosse la testa, soddisfatto che il tono della conversazione fosse cambiato.
„No grazie, il caffè normale è perfetto.”
Il giovane sorrise e proseguì per la sua strada, lasciando Vasile a godersi in pace il suo caffè.
„Ciao, come posso aiutarti?”, chiese il giovane a Vasile con tono fermo.
„Voglio comprare un caffè”, rispose Vasile, cercando di parlare con calma.
„Capisco, hai bisogno di un caffè” disse il giovane, cercando di essere gentile. „Ma potresti dirmi da dove vieni?”
„Sono un cliente, sono venuto qui per comprare un caffè”, rispose Vasile, cercando di difendersi dall'atteggiamento aggressivo.
„Mi dispiace, non volevo essere offensivo”, disse il giovane con un contegno più calmo. „Tuttavia, potresti per favore essere più consapevole dello spazio pubblico e comportarti civilmente?”
Vasile provò una forte umiliazione, ma cercò di non cedere. „Sono d'accordo, grazie per il suggerimento”, disse a bassa voce.
Il giovane guardò Vasile con uno sguardo sgradevole. „Non farmi pentire di aver cercato di essere gentile”, disse prima di andarsene.
Vasile si sentì umiliato e arrabbiato, ma scelse di non rispondere. Continuò a prendersi il caffè, ma non poteva dimenticare lo spiacevole incidente.
Il dialogo sopra indicato è ovviamente tra il soggetto Marian, dopo essere stato lobotomizzato, e l'oggetto Vasile che, nonostante i suoi 120 chili, ha un corpo stupendo (perché tutti i corpi sono belli, no?). Non abbiamo più scene di discriminazione perché... non è politicamente corretto. Ma aspetta... era un presunto testo letterario, giusto? Cioè, né Vasile né Marian esistono in quanto tali, loro illustrano solo una situazione potenziale – una situazione che, a loro avviso, non può più essere illustrata. Perché, chi lo sa, forse qualcuno si identifica erroneamente con Vasile e si sente discriminato. Anche se il problema sarebbe, appunto, che la maggioranza si identifichi, senza problemi, con Marian.
Ma lasciamo questi due andare in santa pace.
Gli do un altro incarico, inserisco un testo sulla Rivoluzione Francese (Già l'Ai sbatte le ali, terrorizzato...) e glielo faccio riscrivere da prospettive luminose.
Il testo originale recita così: „Il sangue scorreva per le strade di Parigi. I taglialegna affilarono le loro asce per tagliare le teste di coloro che erano considerati traditori della rivoluzione. Le esecuzioni pubbliche erano frequenti e la folla chiedeva sangue. I prigionieri venivano imprigionati in condizioni disumane, senza cibo né acqua, prima di essere portati alla ghigliottina. Ogni mattina si sentiva un rumore sinistro, la ghigliottina funzionava senza sosta fino al tramonto. Coloro che si opposero alla rivoluzione furono considerati nemici del popolo e furono giustiziati senza pietà. Nella prigione di La Force, le persone urlavano impazzite dal dolore e dalla disperazione mentre venivano frustate dalle guardie. Le donne sono state violentate e torturate e gli uomini sono stati legati e picchiati brutalmente. Un ragazzo è stato torturato a morte perché ha detto che voleva che il re vivesse. Nella pubblica piazza una donna è stata spogliata e picchiata a morte per aver indossato un anello con lo stemma nobiliare. Coloro che hanno cercato di proteggerla sono stati uccisi o accoltellati. La Rivoluzione francese ha portato libertà e uguaglianza, ma è stata raggiunta attraverso la violenza e il sangue. Mentre molti festeggiavano l'inizio di una nuova era, altri in quel momento salivano alla ghigliottina. Le persone dovevano scegliere tra libertà e sicurezza, e per alcuni il prezzo era troppo alto”.
Bene, diranno alcuni, questa è storia. Questo è ciò che abbiamo, questo è ciò con cui sfiliamo. O che „la storia non si può cambiare”. Forse si può, aspettate solo di vedere come. E quello la si mette a riscrivere: „Durante la Rivoluzione francese ci sono stati atti di violenza e gravi abusi contro i diritti umani. Molte persone sono state considerate traditrici della rivoluzione e sono state giustiziate senza un giusto processo o diritto alla difesa. I prigionieri sono stati imprigionati in condizioni disumane e sottoposti a trattamenti crudeli, tra cui fustigazioni, stupri e torture. Queste azioni erano inaccettabili e vanno contro i valori e i principi fondamentali dei diritti umani. È importante guardare a questi eventi dalla nostra prospettiva moderna e impegnarsi a prevenire tali azioni in futuro”. Dopodiché, cautamente, si rende conto e continua: „La Rivoluzione francese è stata un periodo tumultuoso nella storia della Francia, in cui le persone si sono mobilitate in nome della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità. Sebbene ci siano stati episodi di violenza e abuso di diritti, non è necessario definire la Rivoluzione francese nel suo insieme. Invece di concentrarci sulle azioni individuali dei taglialegna o delle guardie carcerarie, dovremmo concentrarci sui nobili obiettivi della rivoluzione: porre fine ai privilegi dell'aristocrazia e creare una società più egualitaria. Inoltre, dovremmo riconoscere il contributo significativo delle donne e di altri gruppi emarginati al movimento rivoluzionario. Attraverso i suoi seguaci, la Rivoluzione francese ha ispirato altri movimenti di emancipazione e liberazione in tutto il mondo”.
Personalmente, attendo con ansia i testi modificati, da parte di alcuni „lettori sensibili”, capaci e devoti, dei romanzi di Sven Hassel o Stephen King. Finoa quel momento, giù le mani da Agatha Christie! A cosa servono a voi i libri? A cosa pensate che potrebbero mai servirvi? Oh, non mi dite che vi sto discriminando... Magari iniziate anche a bruciare libri in pubblica piazza, non è così? Vero che l'idea vi fa un po’ gola?
P.S. Ho la sensazione che l'idea della Rivoluzione Francese non mi sia venuta così, a caso, dal ciel sereno... Pensavo che, a un certo punto, potevo, perchè no, scrivere un romanzo su un maiale. Ma ora vedo che intervengono dei problemi tecnici: il maiale non può essere grasso/sovrappeso (no, non può essere...). Non può essere neanche magro, perché non sta bene, forse ha problemi di alimentazione... La cosa più adatta sarebbe di non avere un corpo. Il maiale etereo. In termini di colore, non può essere rosa, nero, peloso o Mangalitsa (perché abbiamo a che fare con le razze e non va bene). Sarà un maiale verde neon, composto solo dalla testa. Non potrà essere mangiato (perché i vegani si potrebbero arrabbiare...) ma verrà allevato, in un ambiente perfettamente equilibrato ed equo, con l'obiettivo di condividere le sue esperienze con il mondo. Predicherà la libertà di espressione attraverso grugniti/ dolci emissioni sonore attraverso il muso /organo parlante e scavante. Parlerà alle galline e ai gatti (almeno uno di quali dovrà essere cieco – e zoppo, a questo chiuderò un occhio –, da illustrare vividamente così la diversità del mondo animale) in modo pacato e garbato dell'organizzazione della vita contadina e sulla rieducazione, nello spirito del politicamente corretto, degli allevatori/ compartecipanti umani. Le capre saranno le più riluttanti a questo nuovo approccio ma, sotto la velata minaccia di essere trasformate in pastrami, alla fine sottoscriveranno anche loro a queste idee. La scena finale sarà dedicata a un prosciutto neon, appeso a una trave, al quale tutti i personaggi porteranno in offerta semi e radici organiche.
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